
Il Consiglio Comunale approva all’unanimità dei presenti la mozione della Consigliera Isabella Vitale di intitolare una via, una piazza o un luogo significativo ad un cittadino che si è distinto. Il tutto iniziava il 01/03/2021 quando la consigliera comunale di “Radici d’Impegno”, Isabella Vitale”, avanzava una richiesta all’Amministrazione Comunale di intitolare un luogo significativo della città al maestro Gennaro Conte. Non avendo avuto nessuna risposta da parte dell’Amministrazione, in occasione del Consiglio Comunale di ieri, la Vitale ha presentato una mozione che è stata votata all’unanimità dei presenti in aula.
Afferma Isabella Vitale: “Ritengo che in questo momento storico, di perdita di valori e anche di memoria, in cui vengono messi in discussione i dei pilastri della nostra Costituzione, è importante che il Comune di Ceglie Messapica attribuisca ad uno dei suoi cittadini il giusto riconoscimento, e tanto anche in onore dei giorni in cui stiamo vivendo. Giorni in cui la memoria, la memoria del passato rischia di diventare presente.”
Nell’agosto 2020 la vita del maestro di scuola e di vita (a mio avviso), è stata ricordata in uno scritto di un altro nostro concittadino illustre e per nostra fortuna ancora in vita, prof. Vincenzo Gasparro, che aiutato dalla figlia di Gennaro Conte, Maria Conte, ha dato vita ad un racconto che “cammina da solo”.
A leggerlo si percepisce la presenza di Gennaro, che io, da bambina, ho conosciuto personalmente, sarà per questo che il titolo del libro mi commuove e mi sprona: Un combattente per la libertà.
Gennaro Conte è stato prima di tutto un uomo libero, poi un partigiano, poi un compagno, poi un maestro. Vincenzo Gasparro descrive in sei righe quello che è Gennaro Conte e il motivo per il quale questo paese lo deve ricordare: “Gennaro Conte è stato una personalità di valore e come tutti gli uomini di qualità non sempre mettono d’accordo tutti, ma credo che tutti possiamo convenire sull’importanza che Conte ha assunto per la crescita civile, democratica e sociale della nostra comunità. Con voi voglio iniziare un viaggio nella vita di un comunista e rivoluzionario, di un maestro e di un padre.”
Gennaro Conte in occasione del 25 aprile era un testimone vivente di quanto dolore fosse costata la libertà ed era lui a ricordare che la libertà non è data per sempre, ma noi la dobbiamo coltivare, praticare e difenderla.
Gennaro Conte, come ho detto, è stato anche un maestro e in tale qualità aveva compreso che la scuola astratta scade nel nozionismo, nel mentre la scuola deve essere il posto dove l’alunno si realizza con la partecipazione attiva e quindi la “scuola legata alla vita!!”
Nell’aprile del 1958!!! annotava nei diari di classe: “alcune gite nei boschi con lezioni all’aperto, visite nei punti più caratteristici del paese rendono più lieto lo studio e gli scolari partecipano attivamente alla formazione dei caratteri”.
Nel novembre del 1957 annota: “Veramente questa mia quinta non ha avuto fortuna. Nata dallo sdoppiamento delle quarte durante l’anno 1956-57 è stata integrata quest’anno da un terzo di una quarta soppressa. Ci vuole tanta forza e tanta bontà per amalgamare le abitudini per rendere omogenea la scolaresca. Unica via mi pare il gioco e le emulazioni negli esercizi. Farò questo esperimento proponendomi di studiare i caratteri e di correggere via via ogni eventuale errore didattico”.
Il maestro Gennaro Conte è una figura importantissima della nostra storia, come ha anche ricordato il Presidente Provinciale dell’ANPI; Gennaro Conte viene condannato nel 1938 a 6 anni di reclusione e lui, assieme ad altri antifascisti cegliesi, ha partecipato a pieno titolo alla difficile Resistenza.
E quando finalmente l’Italia esce dalla guerra e diventa una democrazia, Gennaro Conte decide di continuare a dedicare la vita agli altri divenendo un maestro delle scuole elementari, carpendo a pieno titolo gli ideali e i diritti riconosciuti dalla Carta Costituzionale “per la crescita dei bambini, un nuovo inizio in un’Italia che stava ricostruendosi, doveva il maestro aiutarli a svilupparsi a partire dalla crescita delle loro capacità di alfabetizzazione con la lettura, a prescindere dal ceto di provenienza e dalla difficile condizione sociale di molti di loro nel dopoguerra. In questo ruolo di educatore, una funzione a cui ci teneva molto, fu di grande riferimento per molte generazioni di allora giovanissimi cegliesi. Da queste diverse sfaccettature d’impegno emerge una persona a tutto tondo nell’impegno politico e civile su tre assi di riferimento: la scuola, la politica e il territorio, il partito comunista, l’impegno educativo e il rapporto con la citta di Ceglie.
Gennaro Conte, come dice il Prof. Vincenzo Gasparro, era un uomo di parte ma dalla parte di tutti.
Si ritiene che le motivazioni addotte e i significativi elementi sopra riportati nella biografia portino alla più che giustificata, quanto doverosa richiesta al Sindaco e alla Giunta di intitolare a Gennaro Conte una strada o un significativo luogo pubblico della nostra citta
Nell’agosto 2020 la vita del maestro di scuola e di vita (a mio avviso), è stata ricordata in uno scritto di un altro nostro concittadino illustre e per nostra fortuna ancora in vita, prof. Vincenzo Gasparro, che aiutato dalla figlia di Gennaro Conte, Maria Conte, ha dato vita ad un racconto che “cammina da solo”.
A leggerlo si percepisce la presenza di Gennaro, che io, da bambina, ho conosciuto personalmente, sarà per questo che il titolo del libro mi commuove e mi sprona: Un combattente per la libertà.
Gennaro Conte è stato prima di tutto un uomo libero, poi un partigiano, poi un compagno, poi un maestro. Vincenzo Gasparro descrive in sei righe quello che è Gennaro Conte e il motivo per il quale questo paese lo deve ricordare: “Gennaro Conte è stato una personalità di valore e come tutti gli uomini di qualità non sempre mettono d’accordo tutti, ma credo che tutti possiamo convenire sull’importanza che Conte ha assunto per la crescita civile, democratica e sociale della nostra comunità. Con voi voglio iniziare un viaggio nella vita di un comunista e rivoluzionario, di un maestro e di un padre.”
Di seguito la motivazione allegata alla richiesta e letta in aula dalla consigliera Vitale.
Gennaro Conte in occasione del 25 aprile era un testimone vivente di quanto dolore fosse costata la libertà ed era lui a ricordare che la libertà non è data per sempre, ma noi la dobbiamo coltivare, praticare e difenderla.
Gennaro Conte, come ho detto, è stato anche un maestro e in tale qualità aveva compreso che la scuola astratta scade nel nozionismo, nel mentre la scuola deve essere il posto dove l’alunno si realizza con la partecipazione attiva e quindi la “scuola legata alla vita!!”
Nell’aprile del 1958!!! annotava nei diari di classe: “alcune gite nei boschi con lezioni all’aperto, visite nei punti più caratteristici del paese rendono più lieto lo studio e gli scolari partecipano attivamente alla formazione dei caratteri”.
Nel novembre del 1957 annota: “Veramente questa mia quinta non ha avuto fortuna. Nata dallo sdoppiamento delle quarte durante l’anno 1956-57 è stata integrata quest’anno da un terzo di una quarta soppressa. Ci vuole tanta forza e tanta bontà per amalgamare le abitudini per rendere omogenea la scolaresca. Unica via mi pare il gioco e le emulazioni negli esercizi. Farò questo esperimento proponendomi di studiare i caratteri e di correggere via via ogni eventuale errore didattico”.
Il maestro Gennaro Conte è una figura importantissima della nostra storia, come ha anche ricordato il Presidente Provinciale dell’ANPI; Gennaro Conte viene condannato nel 1938 a 6 anni di reclusione e lui, assieme ad altri antifascisti cegliesi, ha partecipato a pieno titolo alla difficile Resistenza.
E quando finalmente l’Italia esce dalla guerra e diventa una democrazia, Gennaro Conte decide di continuare a dedicare la vita agli altri divenendo un maestro delle scuole elementari, carpendo a pieno titolo gli ideali e i diritti riconosciuti dalla Carta Costituzionale “per la crescita dei bambini, un nuovo inizio in un’Italia che stava ricostruendosi, doveva il maestro aiutarli a svilupparsi a partire dalla crescita delle loro capacità di alfabetizzazione con la lettura, a prescindere dal ceto di provenienza e dalla difficile condizione sociale di molti di loro nel dopoguerra. In questo ruolo di educatore, una funzione a cui ci teneva molto, fu di grande riferimento per molte generazioni di allora giovanissimi cegliesi. Da queste diverse sfaccettature d’impegno emerge una persona a tutto tondo nell’impegno politico e civile su tre assi di riferimento: la scuola, la politica e il territorio, il partito comunista, l’impegno educativo e il rapporto con la citta di Ceglie.
Gennaro Conte, come dice il Prof. Vincenzo Gasparro, era un uomo di parte ma dalla parte di tutti.
Si ritiene che le motivazioni addotte e i significativi elementi sopra riportati nella biografia portino alla più che giustificata, quanto doverosa richiesta al Sindaco e alla Giunta di intitolare a Gennaro Conte una strada o un significativo luogo pubblico della nostra citta con la seguente digitura: GENNARO CONTE – MAESTRO E PARTIGIANO.