CEGLIE MESSAPICA – Uscirà il prossimo 30 aprile, il primo di quattro volumi frutto del lavoro di ricerca dello storico Michele Ciracì: il vocabolario cegliese-italiano a cui seguirà quello italiano-cegliese, la grammatica e infine il volume sui soprannomi. L’opera, che sarà pubblicata in occasione dell’80esimo compleanno di Ciracì, è una tappa importante di una vita dedicata, soprattutto, alla ricerca storica non solo locale. Nel dialetto di Ceglie Messapica ci sono la nostra storia, l’identità del paese, il suo genius loci, le origini e le contaminazioni culturali che rendono unica questa Città. Il dialetto è una lingua antica e ricca di storia al pari dell’italiano, in grado di richiamare e raccontare un mondo: ambienti, persone, contesti storici, usanze, luoghi, appartenenza. Abbiamo incontrato Michele Ciracì nel suo studio dove custodisce una parte del patrimonio storico raccolto in questi anni, altro frutto di donazioni tra i quali un fortepiano del 1749 di autore tedesco – si tratta di un cordofono a percussione, principale precursore del moderno pianoforte – secondo esemplare al mondo (l’altro si trova a New York). Decine di migliaia tra testi, strumenti, vinili e molto altro faranno parte di una Fondazione che sarà inaugurata nei prossimi mesi grazie alla collaborazione e contributo dell’imprenditore cegliese, Rocco Menga.
Servizio di Ivano Rolli e Adele Galetta
CEGLIE MESSAPICA – Uscirà il prossimo 30 aprile, il primo di quattro volumi frutto del lavoro di ricerca dello storico Michele Ciracì: il vocabolario cegliese-italiano a cui seguirà quello italiano-cegliese, la grammatica e infine il volume sui soprannomi. L’opera, che sarà pubblicata in occasione dell’80esimo compleanno di Ciracì, è una tappa importante di una vita dedicata, soprattutto, alla ricerca storica non solo locale. Nel dialetto di Ceglie Messapica ci sono la nostra storia, l’identità del paese, il suo genius loci, le origini e le contaminazioni culturali che rendono unica questa Città. Il dialetto è una lingua antica e ricca di storia al pari dell’italiano, in grado di richiamare e raccontare un mondo: ambienti, persone, contesti storici, usanze, luoghi, appartenenza. Abbiamo incontrato Michele Ciracì nel suo studio dove custodisce una parte del patrimonio storico raccolto in questi anni, altro frutto di donazioni tra i quali un fortepiano del 1749 di autore tedesco – si tratta di un cordofono a percussione, principale precursore del moderno pianoforte – secondo esemplare al mondo (l’altro si trova a New York). Decine di migliaia tra testi, strumenti, vinili e molto altro faranno parte di una Fondazione che sarà inaugurata nei prossimi mesi grazie alla collaborazione e contributo dell’imprenditore cegliese, Rocco Menga.
Servizio di Ivano Rolli e Adele Galetta