Home Cronaca Spaccio nella villa di campagna: condanne fino a 6 anni

Spaccio nella villa di campagna: condanne fino a 6 anni

I fatti risalgono al marzo 2022, quattro le persone coinvolte. Oggi la sentenza del giudice per le indagini preliminari Stefania De Angelis

da Adele Galetta
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CEGLIE MESSAPICA – A meno di un anno dagli arresti da parte dei carabinieri della stazione di Ceglie Messapica e l’ indagine durata alcuni mesi, arrivano le condanne: il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis, ha emesso oggi (giovedì 2 febbraio 2023) la sentenza nei confronti di quattro imputati.

Le pene

Antonio Gioia, pena di 6 anni di reclusione 26mila euro di multa; Rocco Conte, cinque anni e 8 mesi di reclusione e 24mila euro di multa; Vincenzo Sisto, un anno di reclusione e 1,600 euro di multa (pena sospesa e non menzione); Giovanni Maggiore, un anno e 6 mesi di reclusione più 2,400 euro di multa (pena sospesa e non menzione). Condannati inoltre al pagamento delle spese processuali e del proprio mantenimento in carcere. Gioia e Conte interdetti dai pubblici uffici per 5 anni. Confiscato, infine, quanto posto all’epoca sotto sequestro con la distruzione della sostanza stupefacente. Per Maggiore decade la misura cautelare degli arresti domiciliari. Fino al deposito delle motivazioni della sentenza sono sospesi i termini di custodia cautelare. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Cosimo Deleonardis, Danilo Cito e Aldo Gianfreda.

Le indagini

Rocco Conte e Antonio Gioia, cognati di Ceglie Messapica, vennero arrestati nel marzo 2022 dai carabinieri della locale stazione, con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Conte (già noto alle forze dell’ordine per medesimi reati) e Gioia, erano accusati di aver messo in piedi una fitta rete di spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, eroina ed hashish, venduta presso la villa di Gioia, in contrada Frutto a Ceglie Messapica o consegnata a domicilio dal Maggiore. Oltre 100 i clienti segnalati dai militari durante l’attività d’indagine che acquistavano la sostanza davanti al cancello della villa, fermandosi per pochi secondi, senza bisogno di “prenotarla”, tanto erano sicuri di trovarla viste le scorte in possesso dei cognati. O consegnata a casa dal Maggiore in assenza, proprio, di questi ultimi.

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