Alzi la mano il cegliese/ la cegliese che non si è mai recato su quel bel rilievo della città che è contrada Montecchie.
Da lì si gode di una dell’immagini più belle di Ceglie Messapica. Su quel pezzo di terra messapica pendono tante storie, una di queste è capitata tra le mie mani.
Il 21 marzo del 2023 veniva discussa nella III Commissione l’istituzione di una servitù di passaggio.
Incuriosita dall’argomento chiedevo spiegazioni sulla situazione dei terreni di cui si discuteva. Apprendevo che due soggetti privati, proprietari di un piccolo fondo (o meglio di un fabbricato),chiedevano all’Ente Comunale di costituire una servitù di passaggio su un fondo di proprietà appunto del Comune. Apprendevo con sommo stupore che un bellissimo pezzo di terreno in Contrada Montecchie appartiene al Comune di Ceglie Messapica, (io già lo immaginavo il parcoche avrei realizzato).
Nell’ambito della discussione venivo immediatamente attaccata, poiché il diritto dei due privati “era sacrosanto”.
La questione, come giusto che sia, veniva portata in Consiglio Comunale il 24/3/2023. Durante la discussione esprimevo chiaramente il mio voto contrario, atteso che a mio parere non era esattamente scontato che il diritto del privato fosse superiore a quello della pubblica amministrazione e soprattutto che quel diritto se realmente esistente fosse indiscutibile, sottolineando che il danno per il Comune a mio avviso era decisamente elevato, atteso che la costituzione della servitù di passaggio avrebbe immediatamente determinato la perdita di valoredel terreno comunale ed anche di utilizzo di quel terreno. Immaginate Voi una Vostra proprietà spaccata da una strada.
Durante il Consiglio Comunale ho dovuto assistere e subire lezioni di diritto privato e processuale civile. All’indomani del voto favorevole dei presenti in aula, procedevo all’accesso agli atti e scoprivo un mondo processuale, amministrativo, legale che molto probabilmente era stato completamente sottovalutato o peggio ancora ignorato.
Nello specifico, i soggetti privati di cui sopra, nel 1989 acquistavano due terreni, in uno dei due terreni insisteva un trullo (non un fondo).
Dopo appena due anni ( 1991) quei terreni venivano confiscati, stiamo parlando della famosa lottizzazione abusiva della Contrada Montecchie.
Parte di quei terreni a seguito appunto della confisca e con un iter lunghissimo sono diventati di proprietà comunale, tra questi anche le particelle 170 e 172.
In una di queste due, esattamente al confine, insiste la particella n.31 che originariamente era costituita da un trullo, mentre negli anni a cavallo tra il 1991 e 1995, cioè durante il procedimento penale con il quale si accertava la lottizzazione abusiva, i privati costruivano un manufatto, in aderenza al trullo, per il quale nel 1995 chiedevano anche il condono!!! Condono che nel 1996 non veniva accolto e che poi viene concesso nel luglio 2002.
Dal 2002 sino ad oggi i privati, pur avendo dichiarato che l’immobile doveva essere una prima casa, non realizzavano alcunchè, se andate a farvi una passeggiate potrete osservare che il manufatto è anche mezzo crollato.
Nel 2017 l’Amministrazione Caroli si accorge di questa situazione e cerca di mettere ordine. Lo fa con due delibere, la n. 328 del 24.10.2017 di Giunta Comunale e la n. 61 del 28.11.2017 del Consiglio Comunale.
I privati (proprietari della particella 31) impugnano le due delibere, sostengono che la particella 31 non è mai stata confiscata e che hanno anche il diritto di proprietà per usucapione delle particelle 170 e 171.
Il TAR con una sentenza del 19.06.2019 dichiara che la particella 31 non era stata confiscata. Ma anche che non si era realizzata l’usucapione.
Pertanto la questione resta paralizzata, poiché il Comune, o meglio l’Amministrazione Comunale che in quel periodo aveva problemi più seri da affrontare ( Caroli stava per essere mandato a casa), non proponeva appello al Consiglio di Stato.
Nel 2022 sempre i privati di cui sopra chiedevano la costituzione della servitù di passaggio e il Comune, a mio avviso omettendo di eseguire tutta una serie di valutazioni, aderisce alla mediazione e quindi porta in Consiglio Comunale la questione, poiché è il Consiglio che in materia di diritti reali, secondo l’art. 42 del TUEL, adover istituire la servitù e tanto lo fa con la delibera del Consiglio n. 6 del 24/3/2023.
Avendo la sottoscritta letto gli atti e avendo compreso che in questa questione vi è stata una (voglio essere buona) leggerezza terribile nella gestione politica e nell’esecuzione dell’iteramministrativo, ho ritenuto di approfondire la questione.
Ho quindi esaminato tutta la documentazione e nell’ambito delle mie funzioni di consigliere comunale chiedevo attraverso una mozione depositata il 21/4/2023, la revoca della delibera o quantomeno la sospensione, e tanto al fine di dare modo a tutto il Consiglio Comunale di comprendere l’assurda situazione nella quale oggi si trova l’Amministrazione, atteso che da una parte si aderisce alla richiesta di privati senza approfondire e analizzare tutte le questioni, fra l’altro senza aver istruito puntualmente la pratica; dall’altra si sottrae alla città uno spazio pubblico che giace lì da anni completamente abbandonato, creando anche il presupposto di danno erariale poiché i beni che possono essere anche fonte economica per la collettività giacciono senza alcun motivo.
Nel Consiglio Comunale del 8 maggio 2023 mi veniva chiesto di rinunciare alla discussione in quel giorno della mozione da me presentata perché l’Amministrazione, in seguito appunto alla mia mozione, riteneva di approfondire la questione. Con pec del 17 maggio 2023 chiedevo di conoscere a che punto era l’Amministrazione e se intendeva procedere alla revoca o alla sospensione della delibera.
In data 23/05/2023, non avendo ricevuto alcun riscontro, ho quindi notificato al Comune ed ai privati in questione un ricorso al TAR con il quale chiedo di revocare la delibera, poiché leso o comunque limitato e impedito il diritto allasottoscritta di esercitare le funzioni per le quali 1000 cittadini mi hanno eletta.
Isabella Vitale