CEGLIE MESSAPICA – Era stato denunciato per violazione dell’art. 4 della L. 110/75 perché – come si legge nel verbale dei Carabinieri della Stazione di San Michele Salentino – “senza un giustificato motivo” aveva in auto due coltelli, uno di 14 cm e l’altro di 18.5 cm, ma il Gip, sentite le ragioni del difensore, lo ha assolto perché il fatto non sussiste. Protagonista della vicenda un 43enne di Ceglie Messapica, piastrellista di professione, fermato nel settembre 2018 dai Carabinieri nel piccolo Comune di San Michele Salentino dove si era recato per terminare un lavoro.
Nell’auto dell’uomo, sottoposta e perquisizione, i militari avevano rinvenuto due coltelli – arnesi da lavoro – uno a serramanico lungo 14 centimetri con una lama di 6 e un coltello a taglia e punta a serramanico lungo 18.5 centimetri con lama di 7. Entrambi furono posti sotto sequestro e l’uomo denunciato per violazione dell’art. 4 della L. 110/75. A nulla valsero le sue spiegazioni sul proprio lavoro, e su come gli oggetti fossero destinati all’utilizzo nelle proprie giornate di lavoro visto che nell’auto erano presenti una serie di materiali riconducibili alla sua attività di piastrellista.
Il decreto penale di condanna è stato così impugnato dall’avvocato Riccardo Manfredi, difensore dell’imputato, le cui ragioni – prese in esame le circostanze – sono state ritenute credibili, idonee a determinare la ricorrenza del giustificato motivo, poiché il porto è apparso inerente le mansioni svolte dall’uomo nell’ambito della sua attività di piastrellista, facendo venire meno, in tal modo, un elemento costitutivo della fattispecie criminosa contestata (l’assenza di giustificato motivo).
Il 43enne, quindi, dopo cinque anni è stato assolto dal reato contestato poiché il fatto non sussiste. Il dispositivo della sentenza è a firma del giudice dott. Caputo del Tribunale di Brindisi.