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SANIFICAZIONE A CEGLIE MESSAPICA: CI SCRIVE CRISTIAN ROMA

da Ivano Rolli
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In merito al nostro articolo pubblicato ieri, 18 marzo 2020, ci giunge un intervento che pubblichiamo di seguito:

 

Nelle scorse ore, molte amministrazioni comunali, facendo seguito a dei solleciti avvenuti da parti politiche opposte o comunque all’opposizione, si sono attivate, cercando di dare prova di grande efficienza, per dare luogo all’attività di sanificazione delle strade comunali. Anche Ceglie, sebbene amministrata dal Commissario Prefettizio, non è stata immune da questa “pratica contagiosa”. Pur comprendendo che oramai si sono lanciate le campagne elettorali e ciascuna delle parti deve fare incetta di voti, o di like sui canali social, screditando o mettendo in evidenza l’inefficienza, l’inconsistenza e le falle dell’avversario di turno, o comunque di chi sta amministrando, sarebbe auspicabile che questa linea di condotta non vada ad impattare sul buon senso, sulla razionalità e, soprattutto, sui cittadini. Faccio presente che le consultazioni elettorali si sono allontanate: allo stato attuale sono state spostate e dovremmo avere un nuovo sindaco intorno al 6 dicembre. Se ancora a molti non è chiaro: STIAMO COMBATTENDO UNA GUERRA, in cui stanno morendo persone e dove, nelle prossime ore, si rischia il collasso delle strutture sanitarie. Non è questo il momento della critica fine a sé stessa ma di una collaborazione costruttiva. Chiedo a chi ha sollevato tale problematica e a chi, solertemente, si è affannato per attuare tale pratica, criticata anche nelle modalità in cui è stata eseguita, A COSA SERVE! A cosa serve sanificare le strade e gli spazi aperti in un paese in cui, al momento, non si è riscontrato alcun caso di positività al virus. Sottolineo che anche in caso di persone affette, tale pratica risulta essere un’azione di scarso contrasto alla diffusione. Il COVID-19 è un virus che permane su alcune superfici, in determinate condizioni di umidità e temperatura, al più per qualche ora, questo è quello che ci dice la comunità scientifica di tutto il mondo. Pertanto, al limite, si può ipotizzare una sanificazione delle superfici di contatto: panchine, corrimano, maniglie. Chi, come me, si occupa, tra le altre cose, di sicurezza sui luoghi e negli ambienti di lavoro, sa che la sanificazione per il rischio biologico è utile negli ambienti chiusi, al fine di tutelarne la permanenza di persone che li frequentano: lavoratori o visitatori. Essa viene eseguita con prodotti specifici o con soluzioni diluite di candeggina. Non si sa quanto questa sia efficace sui coronavirus, ma si sa, invece, che irrita le mucose e che alcune categorie professionali che fanno spesso ricorso a disinfettanti di questo genere (come gli infermieri) sono più a rischio di sviluppare malattie respiratorie croniche, come la Bpco e l’Asma. A questo va aggiunto l’impatto ambientale, ovvero l’inquinamento che si produce dall’utilizzo di un massiccio quantitativo di tale sostanza, a fronte di vantaggi sanitari minimi. In fondo nessuno va in giro a leccare marciapiedi ed alberi. Sottolineo che l’unica misura efficace è il “distanziamento sociale” e che il virus non ha gambe: le nostre sono le sue gambe! Si concentri l’attenzione, piuttosto, su misure preventive che tendono a rallentarne la diffusione; si verifichi, ad esempio, se tutte le attività commerciali aperte siano titolate a svolgere il loro servizio, se, all’interno delle stesse, tutti indossino i dispositivi di protezione individuali: ricordo che la mascherina deve coprire completamente naso e bocca e non solo la bocca o il mento come fanno in molti. Si impegnino tali risorse economiche, per reperire mascherine a norma, per chi non è stato in grado di procurarsele o non ha avuto la possibilità economica per acquistarle, gel igienizzanti agli ingressi delle attività commerciali di beni di prima necessità. Capisco che questo comporti qualche voto o qualche like in meno ma può servire a rallentare il diffondersi della pandemia con notevoli vantaggi per la collettività, la spesa pubblica, la salute dei cittadini, insomma per quel bene comune che tutti invocano ma che nessuno salvaguardia nel concreto. Come cittadino mi sento indignato per tutti coloro che, in un momento così delicato, in cui c’è gente che muore, alcuni stiano cercando visibilità facendo “sciacallaggio politico” postando, sui canali social, qualsiasi cosa possa dare loro visibilità. Ci sarà tempo per il dibattito politico e per lo scontro dialettico: oggi siamo tutti sulla stessa barca ed è necessario remare nella medesima direzione. Come dire: meno selfie, più concretezza ed INSIEME CE LA FAREMO!

Cristian Roma

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