È appena iniziata la primavera, e anche se ancora non ci ha regalato delle belle giornate, si respira comunque un’aria di festa. La Pasqua infatti è alle porte e tutta la comunità cegliese si prepara per festeggiarla al meglio. Come nel resto della Puglia il legame con la Pasqua è molto sentito e diviene un’importante occasione per la riscoperta delle nostre tradizioni sia in ambito religioso che soprattutto culinario. Dal punto di vista religioso, la Settimana Santa è dominata da numerose manifestazioni di cui, molte risalgono al periodo medievale. Particolare importanza ricoprono le processioni durante le quali il paese si anima e a partecipare non è soltanto la gente in strada, ma bensì anche le stesse abitazioni che si illuminano al passaggio delle sacre statue. La principale è la processione dei Misteri che si svolge il Venerdì Santo e che attraversa i punti nevralgici della città, raccogliendo in preghiera l’intera comunità. Il giorno prima della Pasqua, invece, al contrario del resto della settimana è aliturgico, cioè privo di celebrazioni in tutte le chiese, in attesa della Veglia solenne che viene celebrata a partire da qualche ora prima della mezzanotte e durante la quale si celebra la Risurrezione di Gesù. Il Sabato assume il significato del giorno della meditazione e penitenza; l’oscurità nelle chiese è totale, non vi sono celebrazioni liturgiche, né Sante Messe; è l’unico giorno dell’anno che non si può ricevere la Comunione. Durante la “Veglia” viene benedetto il fuoco, il “cero pasquale”, l’acqua battesimale; cercando di far coincidere il canto del “Gloria”, con il suono delle campane a festa, verso mezzanotte. La meditazione del Sabato viene sostituita dalla gioia della Pasqua che oltre ad essere simbolo della vita diventa un’occasione di ricongiungimento familiare. Le strade si riempono dei profumi provenienti dai cibi sui fornelli e le tavole accolgono le prelibatezze della tradizione. Portata fondamentale che non deve mancare è certamente l’agnello, simbolo della passione e resurrezione di Gesù, preparato in modi diversi e affiancato dai prodotti che la stagione offre. Ma sono i dolci i veri protagonisti delle tavole pasquali tra i quali spiccano le “piddichedde” e il “curruculo” .
Le prime, conosciute anche con il nome di taralli scileppati, sono appunto taralli che hanno subito una doppia cottura: bolliti e cotti al forno, per poi essere ricoperti da una glassa detta “scilep”. Il “currucolo” invece è un dolce semplice e genuino che per i bambini è sinonimo di festa: tante sono le forme divertenti che vengono date a questo dolce, dagli animaletti ricoperti di glassa colorata alle semplici ciambelle, che i bambini possono sbizzarrirsi a decorare con granella di zucchero colorata e zucchero a velo, per regalarli magari ai loro amichetti, accompagnati da bigliettini colorati con frasi d’auguri per la Pasqua. In ognuno di essi sono presenti delle uova sode simbolo di rinascita di una nuova vita.
Grazie alle manifestazioni religiose e soprattutto alla buona cucina, Ceglie si è sempre dimostrata capace di attirare un gran numero di turisti ed è per questo motivo che ognuno di noi deve fare in modo che il nostro territorio sia valorizzato e che le tradizioni non vengano perdute.
Giuseppe Sabatelli e Cosimo Principalli