Home Cultura e Spettacolo Giulia Cavallo a Zelig: “Salgo sul palco con l’unico obiettivo di divertirmi e divertire”

Giulia Cavallo a Zelig: “Salgo sul palco con l’unico obiettivo di divertirmi e divertire”

L'attrice cegliese debutterà il prossimo 8 marzo nel noto teatro di Milano con il monologo "L'ora esatta"

da Adele Galetta
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Ha scoperto il teatro a 14 anni ed è stato amore a prima vita: “Da lì non mi sono più fermata”. E di strada ne ha fatta la giovane attrice cegliese Giulia Cavallo che il prossimo 8 marzo debutterà sul palco dello Zelig di Milano, il famoso locale dedicato al cabaret che ha lanciato numerosi comici italiani e dato vita all’omonima trasmissione di successo. Sarà una serata speciale quella dell’8 marzo, tutta al femminile, dove Giulia Cavallo porterà in scena un monologo che parla di “ritardo” nelle sue varie sfumature. Dopo la parentesi romana e una laurea, nel 2019, presso l’Accademia Internazionale di Teatro, Cinema e Tv, attualmente, Giulia Cavallo prosegue la sua formazione professionale con corsi di specializzazione sulla recitazione cinematografica e teatrale presso il Laboratorio di Arti sceniche di Massimiliano Bruno e con la coach Beatrice Pelliccia. Contemporaneamente studia danza e canto presso l’University of the West of Scotland, nella sede romana dell’Art Village.

Ciao Giulia, benvenuta su CeglieOggi. Raccontaci dei tuoi esordi: quando hai cominciato a intraprendere la carriera da attrice? Grazie innanzitutto. Se dovessi dare una data di inizio sceglierei quella del mio primo spettacolo nel teatro di Ceglie, era il 2013 e facevamo gli Uccelli di Aristofane con un progetto scolastico.

In quale momento della tua vita hai capito che la tua strada fosse questa? È stato proprio al liceo. Quando penso a questa cosa mi viene da ridere perché mi ricordo che prima mi dicevo che non sarei mai salita su un palco per delle esperienze pregresse che mi avevano un po’ “traumatizzata”, poi un giorno durante la settimana dello studente, nel laboratorio teatrale facemmo un’improvvisazione, io non ricordo bene cosa feci ma il pubblico che c’era rise, in quel momento si è acceso qualcosa dentro di me, qualcosa di veramente bello e rassicurante. È stato un imprinting e da quel momento ogni possibile strada che mi ero prefissata è stata completamente cancellata dalla recitazione.

Non sei solo attrice ma anche comica. Un mestiere a tratti sottovalutato, ma molto complesso. Oltre alla tua naturale predisposizione, quali sono le cose che ti aiutano ad affrontare le tue esibizioni? Ti ringrazio innanzitutto, non mi sento di definirmi ancora una comica, sono agli inizi di questo percorso, che è iniziato lo scorso anno grazie ad un’occasione datami dal Laboratorio di Arti Sceniche di Massimiliano Bruno: un torneo per monologhisti, ho sperimentato la scrittura per la prima volta. Sono sempre andata in scena insieme ad altre persone e questo mi aiuta perché sono in appoggio a qualcun altro e se mi sento in difficoltà so che troverò la soluzione nell’ascolto dell’altro, nella relazione. In un monologo sei sola, è tutto più spaventoso, ma quando sento le risate mi riempio di una gioia profonda, un’emozione e una carica indescrivibili. I riti scaramantici non mancano mai, ma chiaramente lo studio metodico dei pezzi è fondamentale. Cerco sempre di farmi aiutare da un occhio esterno che riesca a darmi consigli oggettivi e per questo i miei amici e colleghi rappresentano una sicurezza. Alla fine dei conti però ciò che conta di più, l’ingrediente fondamentale per me è il divertimento, salgo sul palco con l’unico obiettivo di divertirmi e divertire.

Il prossimo 8 marzo debutterai allo Zelig di Milano in una serata tutta al femminile, un palcoscenico importante che ha visto esibirsi attori e comici di fama internazionale. Quali sono le tue sensazioni? Mi sento incredibilmente grata e fortunata, è una grande occasione per me. È un palco che ha visto passare grandi attori e che oggi è un trampolino per le nuove leve. Quindi una grande responsabilità, ma ho una voglia matta di farlo! Anche se lo ammetto, ancora non ci credo.

Che monologo porterai, considerando la tematica legata alla giornata internazionale della donna? È il mio primo monologo, si chiama “L’ora esatta” e parla del ritardo, del sentirsi in ritardo sulla vita, nelle esperienze e con le persone. Un tema che trovo attuale per le nuove generazioni, siamo sempre di corsa e ci sembra di non essere mai al passo con i tempi.

Da Ceglie, a quanto pare, partirà un pullman pieno di familiari ed amici pronti a raggiungere Milano per sostenerti. Che rapporto hai con la tua città d’origine? Chiunque mi conosce lo sa e ogni volta che conosco qualcuno di nuovo la prima cosa che dico è il mio paese di origine! Sono orgogliosissima della mia pugliesità e quando posso ce ne metto un pizzico nel mio lavoro. Nei miei monologhi in particolare uso spesso il dialetto, lo trovo un tratto distintivo e ne vado fiera! Ceglie è nel mio cuore sempre e non vedo l’ora di portare qualcosa di mio a casa.

Il sogno impossibile: un regista con cui vorresti lavorare e un attore/attrice con cui vorresti recitare? Amo alla follia Damien Chazelle come regista internazionale, la sua incredibile capacità di disegnare i personaggi e mescolare la musica alle immagini, che meraviglia! In Italia Sorrentino è un caposaldo e non nego che sarebbe un sogno poter recitare per lui. E Luca Marinelli è un attore che stimo e da cui cerco di imparare guardandolo, recitare con lui sarebbe un onore e un gioco incredibile!

Per il futuro che progetti hai? Sto prendendo una laurea in canto pop perché vorrei che la strada della musica fosse parallela a quella della recitazione. E chiaramente continuo sempre ad allenarmi con il teatro e il cinema. Qui a Roma sono in cantiere alcuni spettacoli di cui sono contenta di far parte, il primo, un adattamento del “Sindaco del Rione Sanità” che andrà in scena a fine febbraio, una sfida per me perché mi interfaccio con la lingua napoletana. Alcuni progetti cinematografici di cui ho fatto parte sono in lavorazione e non si può dire ancora nulla di preciso, ma ve lo farò sapere!

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