Riceviamo e pubblichiamo la nota della Consigliera Comunale Isabella Vitale.
Ho atteso qualche giorno prima di scrivere queste mie riflessioni, per due ordini di motivi. Il primo perché attendevo sulle pagine istituzionali o sui social personali qualche riflessione da parte del Primo Cittadino, o dell’Assessore alla Cultura, ma non è arrivato nulla.
Il secondo è la delicatezza degli argomenti e la gravità degli episodi che mi spingono ad essere riflessiva più che aggressiva, anche perché in casi di violenza manifesta come quella alla quale stiamo assistendo non sarebbe corretto neanche l’attacco politico.
Ecco perché non voglio scagliare parole di responsabilità, attacchi contro qualcuno, ma voglio suggerire argomenti, confronto, apertura. Non è una gara a chi è più bravo, ma è un appello di coesione e condivisione per affrontare argomenti difficili, sui quali a mio avviso la politica non può e non deve restare in silenzio.
Il 25 ottobre 2022 ad un mese dalla data del 25 novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne ho voluto affrontare con tre eccellenti relatori il tema della violenza contro le donne, sulle donne. L’incontro, intitolato La cultura della violenza, ha avuto una scarsa partecipazione di pubblico e me ne rammarico, non perché per me sia un fallimento (assolutamente no), ma per le occasioni perse di una collettività che continua a girarsi dall’altra parte, a non voler prendere posizione, a non voler prendere atto che Ceglie sta andando verso la direzione sbagliata.
In questi giorni sui profili social dei cittadini ho letto in maniera ricorrente, a proposito della rissa tra gli adolescenti, che a Ceglie circola molta droga.
Argomento questo scomodo, insidioso, pericoloso ma che va affrontato. Gli strumenti a tutela del territorio e degli abitanti ci sono, bisogna avere il coraggio e la volontà di metterli in atto.
Quando ci si ammala, si va dal medico, per curarsi e per tentare di guarire. In alcuni casi il tempo e la prevenzione sono tutto.
Ecco, io faccio appello a tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione affinchè si trovi quel tempo, quel coraggio e quella volontà di porre rimedio e di intervenire.
Gli episodi dei giorni scorsi, rissa tra adolescenti eviolenza nelle mura domestiche, sono il segnale chiaro ed evidente che qualcosa non va, sono fasce giovani della città alle quali bisogna proporre strumenti alternativi alla violenza, alla aggressione. Inequivocabilmente, e senza giri di parole, bisogna parlare di educazione, regola basilare da cui partire, ma anche di cultura, di sport, di teatro, e per sport Vi prego non pensate al calcio che è il luogo per eccellenza deputato alla violenza, alle aggressività, alle offese, alle parolacce; parlo dello sport che forma, che genera rispetto, che crea squadra. Attività alle quali Ceglie Messapica dedica veramente poca attenzione, da sempre.
Ben vengano giornate dedicate alla poesia, ai libri, alla danza, ma cosa resta a questi ragazzi se tutto gira intorno all’apparire?
I ragazzi a Ceglie cosa fanno il pomeriggio? La sera? Quali sono i loro luoghi di ritrovo? Cosa offre Ceglie Messapica a questi ragazzi? E le famiglie che sostegno hanno? Pacchi di pasta e reddito di cittadinanza? O bisogna dare occasioni? Dialogo?
Inclusione si chiama.
Il 25 ottobre 2022 ho letto un brano tratto da un libro che rileggo almeno una volta all’anno, perché non mi devo distrarre, un libro che sottolinea tutti gli aspetti della violenza che le donne subiscono: da quella psicologica, quotidiana, che inconsapevolmente subiamo tutte (è una questione di abitudine alla sopportazione), a quella fisicache passa sui corpi fino a togliere la vita. Il libro che Vi invito a leggere si chiama Ferite a morte di Serena Dandini.
Il 25 ottobre ho sottolineato che di violenza non se ne parla mai abbastanza e che il nostro ruolo è quello di invertire il senso di marcia, perché può capitare a chiunque di essere vittime di violenze.
Pensate a queste donne che subiscono violenze per anni, che assistono alla violenza del proprio compagno sulle figlie. Credete davvero che non vi sia una emergenza da affrontare?
Come Consigliere di questo Comune mi piacerebbe che tutte queste questioni fossero affrontare in un Consiglio Comunale convocato appositamente per discutere di queste questioni, per fare il punto della situazione con i Servizi Sociali e magari con i Dirigenti Scolastici. Non posso credere che queste situazioni siano episodi isolati, né possiamo pensare che tutto passi nel silenzio e nella indifferenza.
Il cittadino da solo non può fare molto, ma nella collettività trova coraggio e sostegno.
Mi auguro che il nostro caro Sindaco intervenga al più presto su questi episodi, anche perché sono in capo a lui le deleghe ai servizi sociali. Come dice un proverbio, per me: la speranza è l’ultima a morire.
Isabella Vitale – Consigliere Comunale