Con ordinanza n. 407 il 27 ottobre scorso, il Presidente della Regione Puglia, ha disposto, a partire dalla giornata odierna del 30 ottobre e sino al 24 novembre, l’adozione della didattica digitale integrata per la scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado, riservando alle attività in presenza esclusivamente i laboratori e la frequenza degli alunni con bisogni speciali. Il provvedimento, al quale sono seguiti giudizi negativi dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, dall’ANP, Associazione Nazionale Presidi, dai Sindaci dei Comuni Pugliesi, che, increduli, hanno appreso la notizia a mezzo social come fossero privati cittadini e dai genitori, in seria difficoltà soprattutto con i loro figli più piccoli, che stanno rischiando di imparare a leggere e scrivere le loro prime parole connessi da casa tramite dispositivo mobile, è la più triste rappresentazione dell’incapacità del Governo Regionale, il quale continua ad affermare tutto e il contrario di tutto, facendone pagare le conseguenze più incisive al mondo della scuola.
Una gestione a dir poco approssimativa e impacciata, che purtroppo non lascia spazio all’unica possibilità che abbiamo di combattere l’emergenza sanitaria: una strategia pensata, studiata, condivisa con amministratori locali, enti pubblici e privati. Dalle considerazioni che l’epidemiologo, Pier Luigi Lopalco, neo assessore alle Politiche della Salute, ha rilasciato agli organi di stampa, non è tutt’ora ben chiara la ratio dell’ordinanza: sta di fatto che ad oggi la decisione di limitare quasi fino ad annullare l’attività didattica in presenza di tutte le scuole, ad eccezione degli asili nido e scuola dell’infanzia, è stata presa sulla base di una non dimostrata relazione che intercorrerebbe tra l’esercizio di una tale attività e il preoccupante aumento dei contagi da Covid-19 nella nostra regione.
E proprio all’esponenziale aumento dei casi positivi, si sarebbe dovuto rispondere con politiche incisive che tutelassero maggiormente i diritti e non li annientassero. In primis, come già più volte ribadito, c’era e c’è bisogno del potenziamento del trasporto pubblico, al cui utilizzo fa seguito un concreto rischio di contagio, considerato l’afflusso di passeggeri al quale ogni giorno assistiamo. Più mezzi, più corse e più fasce orarie per il trasporto locale, aumentare il controllo sul tempo libero dei nostri ragazzi e non privarli della tradizionale modalità di godere del diritto all’istruzione: sarebbero stati questi gli impegni che il Governo Regionale avrebbe dovuto prendere e per i quali avrebbe dovuto lavorare già da luglio scorso.
Ancora. In questa lunga serie di decisioni che paiono non seguire alcuna logica, l’ordinanza n. 407 prevede, come supra scritto, la possibilità dell’attività in presenza per i laboratori, non prendendo in considerazione che molti di questi, in particolare negli istituti alberghieri, vengono svolti con l’ausilio di alimenti e utensili. Risulta alquanto ovvia la maggiore rischiosità di dette attività rispetto allo svolgimento delle lezioni in aula.
Ci auguriamo che, realmente, dopo il 24 novembre, i nostri ragazzi possano tornare nelle proprie classi. E, qualora, a tale data, la situazione a livello nazionale, non lo potesse permettere, si invita il Presidente Michele Emiliano, a rivedere il provvedimento in vigore, permettendo almeno alla scuola prima o alle sue prime classi di poter godere dell’attività in presenza.
La responsabilità di ciascun cittadino dipende anche dal modo in cui la politica agisce e spiega le sue decisioni.
Il Consigliere Regionale Eletto di Puglia
Luigi Caroli